E Se Le Api Scomparissero? L’incubo Di Angie
E Se Le Api Scomparissero? L’incubo Di Angie. E se succedesse veramente, come farebbe il pianeta? Senza parlare dell'uomo, degli animali, della biodiversità. Un vero incubo. Leggi perchè non deve succedere.- Torna suSu
L’incubo Di Angie
Oggi sono in vena canterina, svolazzo al sole con il progetto di scoprire qualcosa di nuovo. Anzi, lo dico? Fuga da Alcatraz! Con tutto il rispetto per la mia arnia e il suo statuto sociale, ogni tanto la ribelle che è in me freme per la libertà. Ho un’idea che mi frulla dentro il capo, più potente persino della ricerca del nettare e dell’albero di fiori d’arancio di cui mi ha parlato quella golosona di mia sorella Tatiana. Trovare un’ape selvaggia, free, aliena dalle regole, senza alveare custodito dall’apicoltore. Un’ape che non sia apis mellifera, come veniamo definite noi api “domestiche”. Voglio scoprire come si vive in una comune indipendente, chissà mai che mi accolgano tra loro? Vuoi mettere che pace? Non sentire mai più le ramanzine di mia madre, l’ape regina! O di tutte le sue fidatissime amiche, pronte a ricordarmi le regole implacabili della trofallassi e della divisione dei compiti.
...
eee..poi
«Piacere di conoscerti, io mi chiamo Angie, e tu?». Lei mi squadra da capo a zampe, con sguardo molto diffidente e mi fa: «Da dove vieni? Hai il profumino dei quartieri alti, tu!». Resto un po’ stupita. Se fossi un’umana, quasi arrossirei, quasi. «Beh, io sono un’ape esploratrice!», rispondo con tono fiero. Voglio subito farle capire di che pasta sono fatta. Che non mi si scambi mica per una snob! «See, see, ma dove abiti? Non ti ho mai vista da queste parti». «Vivo in un’arnia parecchio lontana da qui». «Ahhh! Ci avrei giurato! Un’arnia! Sei una schiava del sistema, quindi», sogghigna. «Perché, tu invece non hai un’arnia dove tornare la sera?», domando stupita, «non hai un apicoltore che si prenda cura di te e delle tue sorelle?». «Sorelle? Ma che dici! Io non voglio parenti tra le scatole, sono single e me ne sto per conto mio». Mi ha incuriosita di brutto. Mi sono fatta raccontare il suo sistema di vita. Lei è un’ape fortissima e scava, scava, scava.
Cosa succede poi?
Quando lo scavo diventa più profondo, usa anche l’addome per spingere fuori la terra, che forma dei piccoli cumuli all’entrata del tunnel. A seconda delle specie, i tunnel hanno forme diverse. Possono avere un asse centrale verticale, da cui si diramano gallerie laterali, al termine delle quali c’è una camera, che lei provvede a isolare dall’umidità con sostanze secrete da una ghiandola nell’addome, in cui è deposto un uovo con una scorta di polline e nettare per la larva. Fatto questo, l’entrata della camera viene chiusa con terra, e lei inizia a scavare un’altra galleria laterale. Il materiale di scavo viene depositato nella galleria precedente, in modo da evitare di portare la terra in superficie. «Ma lo sai, signorina, che tra poco non ce ne saranno più di api come me? La biodiversità è in crisi, non riesco più a trovare fonti di cibo sufficientemente varie.
Perché essere così stupidi da distruggere un pianeta
Mi veniva da piangere… Uffa,
....
Ecco arrivare al galoppo un Quagga, che nella parte davanti somiglia a una zebra, in quella dietro a un cavallo.«Vivevo in Sud Africa e sono finito nei guai quando arrivarono i primi coloni olandesi boeri. L’uomo bianco con le sue armi cominciò a cacciarmi. Ma non ero facile da allevare e loro avevano già il loro bestiame da pascolare. L’ultimo mio esemplare era una femmina, custodita allo zoo di Amsterdam, che morì nel 1883». Oddio, aiutooooo! Mi sveglio, sudata, nel panico. E’ stato un brutto incubo, solo un sogno.
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