Lui era proprio un mostro
La prima volta, stavo pulendo la cella. La noia mi uccideva. Le mie sorelle, invece, cantavano come Cenerentole. Hai voglia a cantare, senza fiori, prati, mondo, libertà! Non avevamo ancora prodotto tutto il miele di cui siamo capaci. All’improvviso, l’ho visto. Anzi, ho visto la sua ombra. Gigantesca. Scura. Non era un merlo, non aveva ali. Per quanto fossi nata da poco, non ero mica scema!. Lui era proprio un mostro. Aveva quattro zampe. Con due, ha infilato qualcosa di molto strano sotto la nostra casa. Armeggiava con un filo nero, collegato a questa cosa fredda, dura, che al sole luccicava. Intanto, schiacciava qualcosa di più piccolo con una zampa. Il suo capo era gigantesco! Ma non riuscivo a vedere se avesse gli occhi, era tutto coperto da una scatola rettangolare, qualcosa di così strano! Noi api non distinguiamo bene i dettagli, ma per la paura mi sono messa a svolazzare, sembravo impazzita, non riuscivo a stare ferma. Lui, invece, non aveva paura di noi.