I Sirfidi, insetti ”travestiti” da api
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    I Sirfidi, insetti ”travestiti” da api

    I Sirfidi vengono spesso scambiati per api o vespe grazie al loro mimetismo, ma in realtà sono imparentati con le comuni mosche. Non posseggono, infatti, alcun pungiglione, ma come le api sono importanti insetti impollinatori.

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    08/11/2023Di Elena Fraccaro
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    Sirfidi, questi sconosciuti

    Probabilmente non lo sappiamo, ma all’interno del nostro giardino o anche passeggiando all’interno di un parco urbano o durante un’escursione in montagna, ci siamo probabilmente imbattuti in un sirfide. Sono una famiglia di insetti che sicuramente è tra le meno conosciute a chi non studia questi animali, ma come tanti altri insetti, ricopre ruoli molto importanti all’interno degli ecosistemi. I Sirfidi sono insetti appartenenti all’ordine dei Ditteri e nel mondo se ne contano circa 6000 specie (di cui più di 500 solo in Italia). Chi sono però i Ditteri? Essi costituiscono uno degli ordini di insetti più numeroso al mondo, comprendendo più di 120.000 specie diverse. All’interno di questo gruppo di insetti troviamo moltissimi organismi che conosciamo bene, anche se non molto apprezzati, come mosche, tafani, zanzare, moscerini, e infine anche i nostri sirfidi. In particolare, i Sirfidi sono Ditteri Brachiceri a cui appartengono anche le comuni mosche.

    sirfide

    Identikit di un Sirfide

    Riuscire a riconoscere le specie di questi insetti non è affatto semplice ed è un’operazione che viene lasciata agli studiosi più esperti. Tuttavia, quello che possiamo fare con discreta facilità è capire se davanti a noi abbiamo un Sirfide oppure no. Essendo “parenti” delle mosche, questi insetti condividono con loro alcune caratteristiche, prime fra tutte l’apparato boccale lambente-succhiante e due ali, invece di quattro. Infatti, così come le mosche, anche i Sirfidi hanno un paio di ali che serve per il volo, mentre l’altro paio si è modificato in un paio di bilancieri, che permettono a questi insetti di fare un volo stazionario, simile a quello dei colibrì. Presentano inoltre antenne molto corte e occhi grandi simili a quelle delle mosche. Una caratteristica unica di questa famiglia di insetti è la presenza della vena spuria, una falsa venatura delle ali la cui presenza è un carattere sufficiente per distinguere i Sirfidi da tutti gli altri Ditteri.

    sirfide identikit
    3Bee

    Il ciclo vitale

    Il ciclo vitale dei Sirfidi è molto simile a quello di tanti altri insetti. Vengono definiti insetti olometaboli, detti anche a metamorfosi completa: significa che presentano il loro aspetto cambia radicalmente tra le varie fasi della metamorfosi (uovo, larva, pupa, adulto). Dopo lunghi rituali di corteggiamento, avviene l’accoppiamento, che porta alla deposizione di alcune uova su un substrato che può varia tra le diverse specie, in base alle esigenze alimentari della futura larva. Si distinguono principalmente tre diverse tipologie di larve, sulla base delle loro abitudini alimentari: fitofaghe, quando si nutrono di materiale vegetale, predatrici o saprofaghe, cioè che si alimentano di sostanze organiche in decomposizione. Dopo alcune mute, la larva diventerà pupa da cui fuoriuscirà successivamente l’adulto. In base alle diverse specie, questo ciclo biologico può compiersi una, due o più volte durante l’anno.

    ciclo vitale sirfide

    Fingersi qualcun altro

    Il mimetismo nel mondo animale viene espresso sottoforma di moltissime forme diverse. Per molti organismi viventi, questa è l’unica strategia che possono utilizzare per sfuggire ai predatori. Non pensiamo, però, al mimetismo solo come un modo per non farsi vedere dagli altri. Mimetizzarsi, nel regno animale, può significare anche “travestirsi” da un altro animale. È quello che fanno alcuni Sirfidi che presentano gli stessi colori e gli stessi pattern di molti Imenotteri (famiglia a cui appartengono api, bombi, vespe ecc.). Attuano una forma di mimetismo detto batesiano che avviene quando una specie innocua ne imita un’altra che è invece pericolosa o velenosa per uno stesso predatore. Infatti, i Sirfidi sono completante innocui per i loro predatori, ma imitando le colorazioni aposematiche di alcuni imenotteri (colori cioè che indicano un segnale di pericolo) si “fingono” pericolosi e riescono a ingannare i loro predatori.

    sirfide
    3Bee

    Impollinatori, ma non solo

    Quando parliamo di impollinatori, la prima immagine che ci viene in mente è quasi sicuramente di un’ape. È vero, le api sono sicuramente tra gli impollinatori più famosi, ma anche i Sirfidi svolgono questo importantissimo ruolo essendo tra i principali impollinatori degli ambienti naturali e svolgendo quindi un servizio fondamentale per la sopravvivenza di moltissime piante e animali, tra cui anche noi esseri umani. Così come altri impollinatori, sono ormai in declino. Per questo motivo anche 3Bee porta avanti molti progetti di rigenerazione con lo scopo di salvaguardare la biodiversità di questi importanti insetti. Non tutti i Sirfidi però sono impollinatori. Esistono infatti alcune specie che sono predatrici di altri insetti, in particolare di insetti fitofagi, quelli cioè che si nutrono delle piante e delle loro diverse parti, contribuendo così a regolare le popolazioni di questi insetti, potenzialmente dannosi anche per l’agricoltura.

    sirfide impollinatore

    I Sirfidi come bioindicatori

    Quando si dice che un gruppo di organismi sono ottimi bioindicatori, significa che sono animali che con la loro presenza o assenza, permettono di ottenere informazioni sullo stato di salute di un determinato ecosistema. Questo parametro è molto difficile da misurare in modo diretto perchè sarebbe necessario prendere in considerazione tutti gli organismi viventi presenti all’interno dell’ambiente interessato, il che è pressoché impossibile. Per questo motivo, ci vengono in soccorso gli organismi bioindicatori, come i Sirfidi, che sono in grado di rispondere a specifiche alterazioni ambientali dandoci un’indicazione su quali possono essere le problematiche di un ambiente.

    sirfidi bioindicatori

    Myathropa florea, il sirfide Batman

    Abbiamo già detto che riconoscere con precisione le diverse specie di Sirfidi in natura non è per niente semplice e quasi sempre anche gli esperti devo ricorrere all’ausilio del microscopio per riuscire a determinare con esattezza i singoli individui. Tuttavia, ci sono delle specie che, grazie ad alcune loro caratteristiche, possono essere riconosciute facilmente anche a chi non è adetto ai lavori. È il caso, ad esempio, della specie Myathropa florea, chiama comunemente “sirfide Batman”, comunemente diffusa in Nord Africa e Europa. Deve questo nome proprio al pattern delle macchie nere presenti sul torace, che ricordano proprio la sagoma di un pipistrello. È una specie molto diffusa sia in ambienti forestali che prativi e la possiamo vedere volare da maggio fino ad ottobre. Le sue larve sono acquatiche e per questo sono provviste di un lungo sifone che permette loro di respirare sott’acqua.

    Myathropa florea

    Il caso di Microdon mutabilis

    Al contrario dei Sirfidi adulti che si nutrono principalmente di polline e nettare, le larve possono avere abitudini alimentari molto diverse. Uno dei casi più particolari è sicuramente quello delle larve del genere Microdon che vivono all’interno dei nidi di formiche, nutrendosi delle loro larve o delle pupe. Un esempio è quello delle larve della specie Microdon mutabilis, diffusa in tutta Europa, che parassita i nidi delle formiche del genere Formica. Dopo che la femmina depone le uova nei pressi di un formicaio del genere Formica, queste si schiudono e fuoriesce una larva dalla forma simile a quella di una lumaca. Una volta entrate nel nido delle formiche, queste larve hanno una resistente corazza che permette loro di non venir attaccate dalle formiche e potersi nutrire indisturbate della loro prole.

    Microdon mutabilis

    Milesia crabroniformis

    Non sempre è facile vedere un Sirfide date le loro dimensioni ridotte e a causa del loro mimetismo, possono inoltre essere scambiati facilmente per un’ape o un altro imenottero. Alcune specie però, è quasi impossibile non notarle. Ad esempio, la specie Milesia crabroniformis è sicuramente tra queste. Il suo nome ricorda quello comune della specie Vespa crabro, che noi tutti conosciamo come calabrone. Questo perché il suo aspetto somiglia in tutto e per tutto a quello del calabrone europeo e anche il forte rumore emesso in volo dalle sue ali riporta alla mente questo insetto, ma al contrario del calabrone, M. crabroniformis è assolutamente innocua perché sprovvista di pungiglione (esattamente come tutti gli altri Sirfidi).

    Milesia crabroniformis

    Il progetto Syrph the Net

    Alla fine degli anni Novanta viene ideato un database chiamato Syrph the Net: uno strumento per valutare la salute degli ecosistemi utilizzando i Sirfidi come indicatori. Il punto di partenza di questo progetto è che le diverse specie di Sirfidi sono associate a particolari habitat, ognuno dei quali ne presenta quindi una ben nota comunità. Il progetto vuole far passare il concetto che non basta conoscere il numero assoluto di specie di Sirfidi in un habitat per conoscerne lo status, ma è importante piuttosto il rapporto tra il numero di specie realmente riscontrate e quelle potenzialmente presenti. Solo in questo modo si potrà avere un’idea dello status della biodiversità presente in un determinato habitat. Benché sviluppato sui Sirfidi, la filosofia del database può essere diffusa a qualsiasi altro gruppo di bioindicatori. Un altro esempio di progetto a tutela della biodiversità e degli impollinatori è quello delle Oasi della Biodiversità di 3Bee.

    Articolo di Marta Depetris

    sirfide
    08/11/2023Di Elena Fraccaro
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