Cos'è Il Nomadismo In Apicoltura

    Una delle pratiche apistiche più diffuse è quella del nomadismo. Per nomadismo intendiamo lo spostamento delle arnie da una postazione all’altra. Ma come si fa concretamente a spostare le api e perché lo si fa? Scopriamolo insieme!
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    Apicoltura Pala: il nomadismo in Sardegna

    Abbiamo affrontato questo argomento così vasto con Gavino Pala, dell’Apicoltura Pala, con sede in Sardegna. Gavino, oltre a raccontarci tutti i segreti del nomadismo, ci ha portato la sua reale esperienza, dove il nomadismo diventa fondamentale per poter produrre tutte le tipologie di miele che la Sardegna ci rende disponibili. L’apicoltura Pala nasce ufficialmente nel 2018, quando Gavino decise di far diventare l’apicoltura il suo lavoro a tempo pieno. Il primo incontro con le api, tuttavia, risale però a più di 10 anni fa, quando iniziò a curare le api come hobby. L’apicoltura Pala è situata a Olbia, ma è sostanzialmente un’apicoltura nomade. Gavino sposta le sue api in diverse zone della Sardegna, soprattutto in primavera e in autunno, per “rincorre le fioriture”. Ma cosa significa?

    Cos’è il nomadismo e perché si pratica

    Portare le api dove sono presenti determinate fioriture è il motivo per cui si pratica nomadismo. Questo avviene per due principali motivi: da un lato, per la produzione del miele, dall’altro per il benessere delle api stesse. Come sappiamo, le api possono volare fino a 3km di distanza del proprio apiario per poter bottinare nettare e polline. Se nell’areale così definito esiste una fioritura preponderante, le api raccoglieranno quella. Se ne esistono diverse, le api raccolgono diverso nettare e diverso polline, producendo un miele millefiori. Nel caso in cui l’habitat fosse povero di fonti nettarifere, le api potrebbero rischiare la fame. L’apicoltore sposta le sue api da un areale all’altro, quindi, per consentire loro di concentrarsi su una determinata fioritura. In questo modo, si potrà avere un miele monoflora, più ricercato sul mercato rispetto al millefiori. Nel contempo, le api avranno a disposizione una fonte di nutrimento più consistente.

    Micro e macro nomadismo

    Il nomadismo può essere di corto o lungo raggio. Si parla rispettivamente di micro nomadismo e di macro nomadismo. Il micro nomadismo comporta piccoli spostamenti e di solito gli areali sono contigui o simili. Il macro nomadismo, invece, prevede spostamenti più impegnativi, con campi netti di paesaggio e di essenze. In entrambi i casi, le api vengono spostate durante le ore notturne, quando non c’è luce. Questo è fondamentale perché in questo modo si ha la sicurezza che la quasi totalità delle api sia all’interno dell’arnia, ma anche perché queste sono le ore più fresche e si evitano surriscaldamenti all’interno delle casse. Questi spostamenti non sono pericolosi per le api. Le arnie, infatti, sono sufficientemente grandi da contenerle tutte senza problemi. Le arnie, inoltre, sono dotate di fondi a rete che consentono il ricircolo d’aria.

    Come avviene il nomadismo

    Quando l’apicoltore decide che è il momento giusto per spostare le sue api, deve procedere alla chiusura delle arnie per effettuare lo spostamento in sicurezza. Di notte si reca in apiario, controlla che non ci siano api in prossimità del predellino di volo e chiude l’entrata con l’apposita griglia. Fatto ciò, carica le casse sul suo mezzo di trasporto e le porta nel nuovo apiario. Una volta posizionate, l’apicoltore riapre l’entrata frontale delle arnie e le api bottinatrici, una volta sorto il sole, iniziano subito i loro giri di perlustrazione alla ricerca del prezioso nettare. L’utilizzo delle bilance 3Bee diventa essenziale per gestire al meglio il nomadismo. Avere sempre sotto controllo l’andamento produttivo degli apiari, anche quelli più lontani, è fondamentale per non perdere miele e per intervenire in caso di anomalie.

    L’apicoltura in Sardegna

    Queste sono tutte le operazioni che anche Gavino deve fare ogni volta che sposta le sue api per la produzione di miele. Ma quali sono le particolarità della Sardegna? Si differenzia così tanto dal resto della Penisola? L’apicoltura in Sardegna ha radici molto antiche, addirittura pre-romane. Si affermò però come vero e proprio mestiere solo dagli anni ’50 del ‘900. La produzione di miele in Sardegna è estremamente particolare: sull’isola si possono trovare tipologie introvabili in tutto il resto d’Italia. Le grandi estensioni rurali e il clima favorevole rendono infatti disponibili per le api moltissimi fiori e piante. Gavino ci presenta le diverse tipologie che produce la sua azienda, tra le più particolari e rappresentative della sua isola.

    I mieli sardi più particolari - 1

    Millefiori di macchia mediterranea: il millefiori sardo è un millefiori tipicamente di macchia mediterranea. Erica, asfodelo, cardi, lavandula, rosmarino sono solo alcune delle essenze che contribuiscono a dare a questo miele caratteristiche uniche e deliziose. Miele di corbezzolo: il miele sicuramente più caratteristico è il corbezzolo. Molto amaro, questo lo rende un prodotto di nicchia, spesso amato da chi generalmente non apprezza il miele. Molto forte, pungente e intenso, spesso viene accostato al profumo del caffè macinato. Al palato, ricorda il sapore delle radici amare. Miele di asfodelo: il miele di asfodelo è un’altra delle rarità sarde. Questo miele si produce da marzo ad aprile, è molto delicato e gradito da tutti proprio per la sua dolcezza. Di colore molto chiaro, ricorda molto il sapore dello zucchero filato e della vaniglia.

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    Miele di cardo: Il miele di cardo, invece, è un miele ambrato che cristallizza piuttosto velocemente. Il sapore deciso e particolare, l’aroma speziato e una nota floreale lo rendono particolarmente adatto in accostamento ai formaggi più saporiti e di carattere. Miele di lavanda selvatica: Il miele di lavanda selvatica è un’altra rarità della produzione apistica dell’isola. Diversamente dalle famose coltivazioni della Provenza, le api sarde raccolgono il nettare della lavanda selvatica o lavandula. È un miele che cristallizza abbastanza rapidamente, di colore ambrato, dal gusto intenso e fruttato. Adotta anche tu un alveare 3Bee

    Di Elena Fraccaro21 luglio 2021
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