ESG e transizione sostenibile: la normativa del cambiamento
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    ESG e transizione sostenibile: la normativa del cambiamento

    La transizione sostenibile sta diventando un obiettivo sempre più rilevante per le imprese. Per capire la direzione da seguire occorre conoscere la normativa che disciplina la mobilitazione. In questo articolo proponiamo una panoramica che chiarisce i dubbi sulle azioni da intraprendere.

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    22/11/2023Di Elena Fraccaro
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    22/11/2023Di Elena Fraccaro
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    Il Green Deal europeo detta le regole

    Le imprese europee sono chiamate ad affrontare una sfida di sostenibilità che si potrà vincere solamente con una mobilitazione verso la realizzazione di una transizione green e climaticamente neutra. Questa transizione è prevista dal Green Deal europeo, la strategia dell’Unione Europea per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Si tratta di un pacchetto di iniziative volte a creare un’economia moderna e competitiva. Le misure riguardano il clima, l’ambiente, l’energia, i trasporti, l’agricoltura, l’industria e la finanza sostenibile. Le imprese coinvolte in questa transizione alla ricerca della neutralità climatica potranno approfittare di significative opportunità come la crescita economica e lo sviluppo di nuovi modelli di business. Nello stesso tempo dovranno produrre beni rispettosi dell’ambiente, circolari ed efficienti sotto il profilo energetico.

    Green Deal europeo

    Il cambio di rotta delle imprese

    Obiettivo del Green Deal europeo entro il 2050 è la transizione verso l’economia verde e la neutralità climatica. Si affiancano i traguardi di sviluppo sostenibile dell’ONU definiti nell’Agenda 2030, un programma d’azione per le imprese chiamate ad intervenire in ambito sociale, economico, ambientale e istituzionale al fine di costruire un mondo più sostenibile. L’ambizioso compito per le aziende, dunque, è di mobilitarsi attivamente verso la sostenibilità con rispetto degli Standard ESG e di una rendicontazione chiara e trasparente delle azioni intraprese per raggiungere gli obiettivi prefissati. Dopo aver appurato che l’approccio volontaristico e promozionale non basta per direzionare le aziende, il legislatore europeo ha creato una dinamica produzione normativa per spingere il prima possibile verso un’inversione di rotta.

    Sostenibilità
    3Bee

    Le normative sulla sostenibilità dell’Unione Europea

    Le istituzioni europee hanno inizialmente adottato norme flessibili ispirate al principio comply or explain. Le imprese sono state lasciate libere di adempiere alle disposizioni sulla sostenibilità o di spiegare i motivi di non adesione alle politiche definite dall’UE. In seguito si è avvertita l’esigenza di rafforzare la normativa e di imporre condotte di diligenza in termini di sostenibilità. In altro modo non sarebbe stato possibile perseguire gli obiettivi di transizione volti alla realizzazione di una società resiliente ai cambiamenti climatici, rispettosa dei diritti umani, dell’ambiente e contemporaneamente innovativa dal punto di vista economico.

    Bandiera UE

    La rendicontazione societaria di sostenibilità

    Sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea del 14 dicembre 2022 è stata pubblicata la Direttiva sulla rendicontazione societaria di sostenibilità Corporate Sustainability Reporting Directive – che obbliga le imprese di grandi dimensioni nonché le piccole e medie imprese ad includere nella relazione sulla gestione dell’organizzazione le informazioni indispensabili per comprendere l’impatto dell’azienda sulle tematiche di sostenibilità. Inoltre la Direttiva obbliga a riportare le informazioni volte a comprendere come la sostenibilità influisca sull’andamento dell’impresa e sui risultati raggiunti. Il Bilancio Sociale è uno strumento che, ad esempio, si può utilizzare per controllare il comportamento socialmente responsabile. Ad eccezione delle microimprese, dunque, tutte le aziende devono rendere note le proprie azioni. In questo modo si sono rafforzati gli obblighi e le responsabilità per le imprese stesse e definiti i tempi nei quali raggiungere risultati concreti.

    Impegno per la sostenibilità
    3Bee

    Gli standard di rendicontazione della sostenibilità

    L’obbligo di rendicontazione ha reso necessaria la definizione di parametri condivisi differenti dagli standard utilizzati per la rendicontazione di sostenibilità su base volontaria. La Commissione Europea ha così adottato il 31 luglio 2023 il primo blocco di European Sustainability Reporting Standards per migliorare la responsabilità aziendale e la qualità del reporting nell’ambito della CSRD. I parametri saranno composti da dodici standard generali di cui dieci riguardanti tematiche specifiche come la forza lavoro e il cambiamento climatico e due cross-cutting (temi trasversali). Ogni informazione contenuta negli standard è soggetta al principio di valutazione di rilevanza e lascia libere le imprese di scegliere i temi reputati più rilevanti senza dover giustificare l’esclusione di eventuali tematiche. L’obbligo di rendicontazione riguarda esclusivamente gli ESRS 1 e ERSR 2.

    Sostenibilità ambientale

    Il Regolamento sulla deforestazione

    Il passo successivo all’adozione della CSRD è stata l’approvazione del Regolamento sulla deforestazione riguardante l’immissione nel mercato europeo e l’esportazione fuori dall’UE di una lunga lista di beni che vengono prodotti a partire da determinate materie prime o che risultano associati alla deforestazione. Il Parlamento Europeo ha stabilito il divieto di immissione di questi prodotti – olio di palma, cacao, caffè, gomma, soia, legno e bovini - a meno che non siano stati prodotti in conformità con la normativa vigente nel Paese di produzione e oggetto di procedure di Due Diligence per la raccolta delle informazioni e la valutazione del rischio di non conformità. Non sono ammessi, dunque, prodotti fabbricati con materie prime provenienti da terreni oggetto di deforestazione – fenomeno che causa la perdita di biodiversità - dopo il 31 dicembre 2020 e non è ammesso legname raccolto causando il degrado della foresta di origine. Tutte le imprese devono rispettare questo Regolamento.

    Foresta

    Diligenza delle imprese ai fini della sostenibilità

    La Commissione Europea il 23 febbraio 2022 ha adottato una proposta per la promozione di un comportamento aziendale sostenibile e responsabile. Il riferimento è alla Direttiva sul dovere di diligenza delle imprese ai fini della sostenibilità Corporate Sustainability Due Diligence Directive. Le nuove norme rivoluzionano il modo di fare business delle imprese europee, asiatiche, americane e di tutte le aziende che superano un determinato fatturato nel mercato UE. I vantaggi per le aziende sono un migliore accesso ai finanziamenti, una maggiore fiducia dei clienti, la migliore gestione del rischio e dell’adattabilità e una maggiore attrattiva per i talenti.

    Insetti impollinatori

    Le conseguenze della CS3D per le imprese

    La CS3D propone un dovere di diligenza delle imprese in relazione agli impatti negativi sull’ambiente e sui diritti umani generati non solo direttamente ma anche a causa dei rapporti d’affari che si potrebbero intrattenere durante l’intera catena di valore. Significa che ogni azienda dovrà individuare e prevenire gli impatti negativi rilevati nello svolgimento delle attività proprie e dei partner. Aumenteranno le responsabilità per gli amministratori che dovranno verificare che le azioni intraprese siano compiute nell’interesse della società, nel rispetto dei diritti umani, del cambiamento climatico e dell’ambiente. Tutto questo in considerazione del fatto che l’impatto delle attività aziendali sulla società è talmente rilevante da non poter permettere alle imprese di abbandonare il ruolo da protagonista della sostenibilità. La figura del Sustainability Manager potrebbe essere un valido aiuto nella gestione delle nuove responsabilità.

    Effetti sull'ambiente

    La normativa ambientale dell’Unione Europea

    Gli obiettivi del Green Deal europeo e dell’Agenda 2030 puntano allo sviluppo sostenibile con riferimento all’ambiente e ai diritti umani. La risposta alla sostenibilità ambientale dell’Unione Europea si trova nella normativa che mira alla protezione dell’ambiente e alla promozione dello sviluppo sostenibile all’interno dei Paesi Membri. Aria, acqua, biodiversità, clima, suolo devono essere protetti e per spingere le imprese in questa direzione l’UE ha elaborato una serie di direttive come la Direttiva quadro sull’acqua, la Direttiva Habitat e la Direttiva uccelli nonché la Direttiva sulle emissioni di gas a effetto serra e la Direttiva sull’efficienza energetica. L’obiettivo sostenibilità ambientale deve essere accolto per non rischiare di compiere azioni che farebbero perdere la fiducia da parte degli stakeholder, dei dipendenti e dei clienti sempre più attenti ai temi di sostenibilità.

    Impollinatori

    Responsabilità sociale: obiettivo per le imprese

    Il quadro normativo spinge le imprese verso attività economiche misurabili anche in termini di sostenibilità. Al centro degli adempimenti da svolgere citiamo il monitoraggio della filiera produttiva, la gestione degli approvvigionamenti delle materie prime e delle fonti di energia usate nei processi produttivi. Tramite la redazione del bilancio di sostenibilità ai sensi della CSRD si potrà attestare la responsabilità sociale e comunicare la misura dell’impatto del proprio business dal punto di vista economico, ambientale e sociale. In quest’ottica 3Bee garantisce alle imprese una comunicazione trasparente degli ESG attraverso report conformi alla direttiva CSRD e agli standard di rendicontazione, in particolare GRI, ESRS e SASB. 3Bee infatti, opera nelle tre aree di competenza degli ESG e in particolar modo in ambito ambientale, realizzando progetti di tutela e monitoraggio della biodiversità basati sull’impiego di tecnologie proprietarie.

    Articolo curato da Valentina Trogu

    Materie prime
    22/11/2023Di Elena Fraccaro
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