Biodiversità: Standard ESRS E4 e GRI 101
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    Biodiversità: Standard ESRS E4 e GRI 101

    Gli ESRS e i GRI Standard sono entrambi quadri di riferimento per la rendicontazione sulla sostenibilità delle aziende. I due standard coprono un'ampia gamma di temi legati alla sostenibilità, tra cui la biodiversità. Analizziamo in questo articolo le differenze tra i due standard.

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    12/04/2024Di Angelina Tortora
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    12/04/2024Di Angelina Tortora
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    Standard ESRS divisi in 4 categorie

    Il 31 luglio 2023, la Commissione europea ha adottato gli ESRS per tutte le aziende soggette alla CSRD. Questa decisione rappresenta un ulteriore passo avanti nella transizione verso un'economia sostenibile nell'UE. Gli ESRS sono un insieme di standard utilizzati per rendicontare gli impatti e le dipendenze delle attività aziendali da vari aspetti della sostenbilità (ESG). Sono stati sviluppati dall'EFRAG e sono parte del diritto europeo. Gli ESRS sono 12 e si dividono in 4 categorie: Standard generali (ESRS 1 - ESRS 2); ambientali (ESRS E1, ESRS E2, ESRS E3, ESRS E4,ESRS E5); sociali (ESRS S1, ESRS S2, ESRS S3); governance (ESRS G1, ESRS G2, ESRS G3).

    Standard ESRS divisi in 4 categorie

    ESRS obbligo dal 2024

    La Commissione europea ha confermato che gli ESRS sono stati sviluppati tenendo conto delle discussioni con l'International Sustainability Standards Board (ISSB) e la Global Reporting Initiative (GRI) per garantire un alto grado di interoperabilità tra gli standard dell'UE e quelli globali, al fine di evitare segnalazioni delle aziende. A partire da gennaio 2024, le grandi aziende e le aziende quotate nell'UE dovranno utilizzare gli ESRS, come stabilito dalla CSRD. La direttiva europea n. 2022/2464 impone alle grandi imprese, alle PMI quotate e alle società madri di grandi gruppi l'obbligo di fornire una serie di informazioni sulla sostenibilità. L'adozione degli ESRS e le relative implicazioni per le PMI quotate sono importanti per garantire una maggiore trasparenza e responsabilità nel settore della sostenibilità.

    ESRS obbligo dal 2024
    3Bee

    ESRS E4 Biodiversità ed ecosistemi

    Gli standard ESRS sono progettati per garantire uniformità e chiarezza nella rendicontazione ambientale, sociale e di governance (ESG). In tema di biodiversità gioca un ruolo fondamentale l’ESRS E4 - Biodiversità ed ecosistemi. In effetti, fornisce informazioni sui fattori che contribuiscono alla perdita di biodiversità, sugli impatti sulle specie e sulle connessioni con gli ecosistemi. Lo standard ESRS E4 richiede alle aziende di rendere pubblico il proprio piano strategico al fine di garantire che il loro modello di business diventi compatibile con la transizione per raggiungere tre obiettivi: l'assenza di perdita netta di biodiversità entro il 2030, il guadagno netto dalla biodiversità a partire dal 2030 e il pieno recupero della biodiversità entro il 2050.

    ESRS E4 Biodiversità ed ecosistemi

    Rendicontazione della biodiversità

    Ogni azienda sarà tenuta a rendere pubbliche tutte le politiche relative alla biodiversità e agli ecosistemi, al fine di garantire che abbiano effettivamente politiche per proteggere la biodiversità e che tali politiche siano monitorate e gestite in modo adeguato. Inoltre, dovranno attivare politiche di trasparenza sulle strategie e azioni messe in atto per raggiungere gli obiettivi di conservazione della biodiversità. Le informative dovranno anche includere informazioni sull'allineamento delle politiche aziendali agli obiettivi e agli accordi globali, come gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs), il Global Biodiversity Framework (GBF) e il Green Deal europeo.

    Rendicontazione della biodiversità
    3Bee

    Tutela della biodiversità: trasparenza e divulgazione

    Le imprese dovranno rendere pubblici gli obiettivi specifici sulla biodiversità e gli ecosistemi che hanno adottato, comprese le tempistiche, le tappe fondamentali, il rispetto delle soglie ecologiche e dei confini planetari. Tali obiettivi devono essere supportati dal consiglio di gestione aziendale e devono essere conformi alle linee guida stabilite dalla Convenzione sulla diversità biologica (CBD) e dalla Piattaforma intergovernativa di politica scientifica sulla biodiversità e i servizi ecosistemici (IPBES). L'azienda dovrà chiarire in che modo le sue attività esercitano ulteriore pressione sui fattori che determinano la perdita di biodiversità, tra cui inquinamento, specie invasive, uso del territorio, cambiamento climatico e sfruttamento delle risorse naturali. Inoltre, l’azienda dovrà divulgare i parametri di impatto relativi alla geografia o alle materie prime, ad esempio: gli impatti sulle specie e il loro rischio di estinzione.

    Tutela della biodiversità: trasparenza e divulgazione

    GRI 101 - Biodiversità 2024

    Il GRI ha annunciato l'uscita di un nuovo standard sulla biodiversità, denominato GRI 101: Biodiversità 2024 che sostituirà il GRI 304: Biodiversità 2016 e sarà in vigore a partire dal 2026. Questo standard globale offre alle aziende di tutto il mondo la possibilità di divulgare in modo completo e trasparente i loro impatti lungo la catena di fornitura e la rendicontazione degli impatti specifici di un sito. L'obiettivo principale del nuovo standard è fornire una piena trasparenza sugli impatti sulla biodiversità, anche nelle fasi di approvvigionamento dove tali impatti sono spesso difficili da identificare. Inoltre, lo standard richiede la segnalazione specifica degli impatti in base alla località, fornendo informazioni dettagliate sui paesi, le giurisdizioni e le dimensioni dei siti operativi. Il GRI 101: Biodiversità 2024 è stato sviluppato attraverso un processo multi-stakeholder, coinvolgendo esperti provenienti da diverse industrie, organizzazioni, investitori, eccetera.

    GRI 101 - Biodiversità 2024

    Struttura dello standard GRI 101 - Biodiversità 2024

    GRI 101 - Biodiversità 2024 ha una struttura divisa in due: Topic management disclosure e Topic disclosure. Il Topic management disclosure comprende: 101-1: Politiche per fermare e invertire la perdita di biodiversità; 101-2: Gestione degli impatti sulla biodiversità; 101-3: Accesso e condivisione dei benefici. Il Topic disclosure comprende: 101-4: Identificazione degli impatti sulla biodiversità; 101-5: Siti con impatti sulla biodiversità; 101-6: Driver diretti di perdita di biodiversità; 101-7: Cambiamenti nello stato della biodiversità; 101-8: Servizi ecosistemici.

    Struttura dello standard GRI 101 - Biodiversità 2024

    GRI 101: perdita della biodiversità

    Il GRI Biodiversity Standard fornisce nuove informazioni sulle cause dirette della perdita di biodiversità, tra cui l'uso del territorio, il cambiamento climatico, lo sfruttamento eccessivo, l'inquinamento e le specie invasive. Richiede inoltre la rendicontazione degli impatti sulla società, compresi quelli sulle comunità e sulle popolazioni indigene, e promuove l'interazione delle organizzazioni con i gruppi locali nel ripristino degli ecosistemi colpiti. Lo standard GRI 101 si basa su sviluppi globali nel campo della biodiversità, come il Quadro globale sulla biodiversità delle Nazioni Unite, il Science Based Target Network e la Taskforce on Nature-related Financial Disclosures. La pubblicazione del nuovo standard è particolarmente importante in un momento in cui la biodiversità è a rischio. L'ultima valutazione IPBES ha evidenziato un declino della biodiversità in tutte le regioni del mondo, con il 50% dell'economia globale minacciata dalla perdita di biodiversità.

    GRI 101:  perdita della biodiversità

    Reporting dettagliato sugli impatti della biodiversità

    Il nuovo standard GRI sulla biodiversità è stato progettato per garantire un reporting dettagliato e specifico per località, consentendo alle parti interessate di valutare come gli impatti sulla biodiversità vengono mitigati e ridotti lungo la catena di fornitura e le operazioni aziendali. Identificare e gestire gli impatti più significativi è essenziale per comprendere le dipendenze e i rischi delle organizzazioni. L'aggiornamento dello standard GRI sulla biodiversità è stato accolto con entusiasmo da parte di organizzazioni e stakeholder che riconoscono la necessità di un'azione urgente per proteggere la biodiversità. Il nuovo standard fornirà alle aziende una guida chiara e completa per valutare e comunicare i propri impatti sulla biodiversità, consentendo loro di adottare misure efficaci per ridurre i rischi e contribuire al ripristino degli ecosistemi.

    Reporting dettagliato sugli impatti della biodiversità

    Standard ESRS e GRI

    La Commissione europea e l'EFRAG hanno lavorato a stretto contatto con il GRI per garantire un alto grado di interoperabilità tra gli ESRS e gli standard GRI, al fine promuovere la comparabilità globale. Tuttavia, gli standard presentano delle differenze sostanziali, nello specifico gli ESRS adottano il concetto della doppia materialità, che implica alle imprese di valutare non solo gli impatti delle proprie operazioni sull'ambiente e sulla società, ma anche come tali questioni influenzino la loro performance finanziaria. Diversamente, gli standard GRI si concentrano principalmente sulla materialità d'impatto, ad esempio gli effetti delle attività aziendali sull'ambiente e sulla società.

    Standard

    ESRS E4 e GRI 101 a confronto

    Il professore Giacomo Pigatto, ricercatore presso la Scuola Superiore di Pisa “Santa Anna” e ricercatore presso il NBFC nel Webinar dall’Oasi dal titolo “Rendicontare la biodiversità con ERS4 e GRI 101” di 3Bee, ha confrontato i due standard ESRS E4 e GRI 101. Nello specifico ha evidenziato che l' ESRS E4 è obbligatorio per le aziende soggette a CSRD, che dovranno quindi usare questo standard come riferimento, mentre il GRI 101 rimane volontario. Entrambi gli standard hanno una materialità: ESG E4 ha una rilevanza doppia mentre GRI101 ha una rilevanza Inside Out. Inoltre, entrambi tengono in considerazione degli impatti su tutta la catena del valore e si collegano con altre iniziative internazionali.

    ESRS E4 e GRI 101 a confronto

    Differenza tra ESRS E104 e GRI 101

    Il professore Giacomo Pigatto, evidenzia anche altre aspetti a confronto tra i due standard, nello specifico, l’ESRS E4 è basato su principi con un focus determinato sugli utenti che devono comprendere l'impatto della biodiversità dell'organizzazione e la sua esposizione al collasso degli ecosistemi ed è orientato al futuro, mentre, il GRI 101 è orientato ai Preparatori, suggerisce analiticamente percorsi di rendicontazione degli impatti con indicazioni sulle metodiche da utilizzare, ed è orientato al passato. Entrambi gli standard considerano gli impatti, ma l’ESRS E4 considera anche le dipendenze. I webinar dall'Oasi sono parte integrante del Network della CSR: l’esclusiva community per i professionisti della sostenibilità, orientato non solo a una crescita professionale, ma anche al networking e al supporto continuo da parte del team tecnico di 3Bee, con riferimento alle nuove normative europee e agli standard di rendicontazione per il bilancio di sostenibilità. Vuoi saperne di più?

    Differenza tra ESRS E104 e GRI 101
    12/04/2024Di Angelina Tortora
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