Biodiversità ed ecosistemi in Italia: un equilibrio fragile
Inquinamento, impatto antropico, specie esotiche e cambiamento climatico minacciano la salute di animali, piante e degli habitat in cui questi vivono. Il programma delle Nazioni Unite entro il 2030 prevede protezione e ripristino. Ma servono azioni puntuali.- Torna suSu
Biodiversità in Italia: una ricchezza unica
Una delle regioni con maggiore biodiversità al mondo. L’
Estinzione VS evoluzione
La
Impatto umano sulla biodiversità globale
Questo lo vediamo, in prospettiva, nell’intero
Inquinamento e specie aliene: minacce alla biodiversità
A questo si sommano l’
Conservazione degli habitat in Italia: situazione critica
In
La Direttiva Habitat dell'UE
Come riporta l’articolo 11 della Direttiva Habitat dell’Unione Europea, è previsto che gli Stati membri sorveglino lo
Stato di conservazione di flora e fauna in Italia
In condizioni negative sono il 54 per cento della
Vertebrati in Italia: situazione e rischi
Si può, poi, ragionare in termini di
Mammiferi italiani: conservazione e rischi
Particolare è poi la situazione dei
Azioni concrete per contrastare la perdita di biodiversità
Non più tutela, dunque. Occorrono
Articolo curato da Giorgia Bollati
Domande Frequenti
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Qual è la situazione della biodiversità in Italia?
L'Italia e una delle regioni con maggiore biodiversità al mondo: conta metà delle specie vegetali e circa un terzo di quelle animali presenti in Europa. La varietà degli habitat della Penisola, per conformazione del territorio, estensione geografica e gradiente altitudinale, è tanto elevata da fornire le condizioni di vita ideali a una biodiversità vastissima. Biodiversità, peraltro, che non include solo i viventi, ma l’insieme delle specie, degli ecosistemi e della variabilità genetica presenti in una determinata area o sul Pianeta.
Cosa prevede l'articolo 11 della Direttiva Habitat dell'UE?
L’articolo 11 della Direttiva Habitat dell’Unione Europea prevede che gli Stati membri sorveglino lo stato di conservazione di specie e habitat di interesse comunitario su tutto il territorio nazionale per trasmetterlo alla Commissione Europea ogni sei anni tramite la redazione di puntuali Rapporti Nazionali. È del luglio 2021 il Rapporto delle Direttive Habitat e Uccelli, la sintesi più aggiornata e solida sullo stato della natura in Italia. La fotografia mostra uno stato di conservazione sfavorevole nel 63 per cento delle valutazioni effettuate per le specie, nell’81 per cento di quelle relative agli habitat e nel 39 per cento di quelle dell’avifauna.
Qual è la situazione dei vertebrati?
Si può, poi, ragionare in termini di vertebrati e gruppi di vertebrati. Secondo la Lista, lo stato di conservazione dei pesci cartilaginei (squali, razze, chimere) è peggiorato rispetto alla valutazione del 2013 e non sono state portate avanti azioni di tutela di rilievo e anche nel caso dei pesci ossei la situazione si è fatta più grave. Per i rettili, per cui l’Italia è il Paese europeo con la maggior diversità erpetologica, a fronte di 5 specie che si trovano esclusivamente nel nostro paese, 7 sono in pericolo. Tra gli anfibi, 14 specie sono endemiche e unicamente italiane ma ben 8 sono in pericolo. Degli uccelli, il 3,9 per cento delle specie è stato classificato come in pericolo critico (il 2,8 nel 2012), il 9,3 in pericolo e il 14,4 in stato di vulnerabilità.
Qual è la situazione dei mammiferi?
Particolare è la situazione dei mammiferi. Molte specie degli ungulati sono in espansione, da cervo a stambecco a cinghiale, e anche il lupo è passato dalla categoria Vulnerabile a specie quasi minacciata da 2013 a 2022. L’orso, d’altra parte, si mantiene tra le specie con massima probabilità di estinzione. Ci sono poi i mammiferi che richiedono esigenze ecologiche molto specifiche come pipistrelli e alcuni roditori che si trovano in stato di conservazione peggiore rispetto a dieci anni fa. I mammiferi marini, infine, sono in condizioni preoccupanti.
Come si è conclusa la COP15?
Tenutasi dal 7 al 19 dicembre 2022 a Montreal, la XV Conferenza delle Nazioni Unite sulla Biodiversità (COP15) si è conclusa con un accordo storico (il Kunming-Montreal Global Biodiversity Framework) mirato ad arrestare e invertire la tendenza del declino della natura entro il 2030. 196 Paesi hanno siglato l’istituzione di una tabella di marcia che prevede di proteggere il 30 per cento della biodiversità delle terre e il 30 dei mari entro il 2030. Con attenzione anche per i paesi in via di sviluppo, per cui le Nazioni si sono accordate su un sostegno economico di 30 miliardi di dollari l’anno. A questo, tuttavia, è fondamentale aggiungere azioni concrete locali pensate e gestite dai governi, con politiche a breve e lungo termine. Tutto per trovare nuove strategie di convivenza tra animali selvatici e uomo. In Italia come nel resto del mondo.