L'Apicoltura Urbana è sostenibile?
Negli ultimi anni l’attenzione nei confronti dei problemi che interessano le api è aumentata e si è assistito alla proliferazione delle iniziative a loro favore. L'apicoltura urbana cerca di rientrare in queste, ma spesso si creano danni ecosistemici e pandemie virali.- Torna suSu
Apicoltura urbana: un po’ di storia
L’apicoltura urbana è un tipo di apicoltura condotta esclusivamente in ambiente urbano o metropolitano. Le motivazioni della nascita di questo fenomeno sempre più in crescita sono svariate. Una delle più importanti è sicuramente la tutela di questi importanti insetti, minacciati dai pesticidi e dall’agricoltura intensiva. I singoli cittadini si avvicinano a questa pratica o per condurla come hobby oppure per produrre in autonomia il proprio miele. Altri sono spinti dalla voglia di contribuire attivamente alla salvaguardia di questi insetti. In realtà, l’apicoltura urbana è un fenomeno ben più antico, che in Italia risale ai primi anni del 1900, per poi ritornare in un contesto campestre e montano dopo la guerra. Ma le api stanno veramente bene in un contesto arido di vegetazione come le città?
Aziende e privati vogliono farlo
Solo recentemente si è assistito alla ricomparsa di alveari nelle grandi città, da New York a Parigi, da Londra a Berlino, da Copenaghen a Tokyo. Non serve però andare così lontano, anche in Italia sono tantissime le città che si stanno muovendo in tal senso. Ai primi posti troviamo Torino, con più di 200 alveari, seguita subito da Milano. Chi fa apicoltura urbana può essere sì un apicoltore hobbista, ma può anche intraprendere questa attività per diverse altre ragioni: promuovere una filiera più corta o l’educazione ambientale e alimentare, ma anche fare branding aziendale. Le aziende, infatti, sono sempre più interessate a iniziative volte a ridurre il loro impatto ambientale e l’installazione di alveari sui tetti dei loro stabilimenti. Questo senza studi agronomici e scientifici al posto di aiutare l'ambiente andrà a devastare l'ecosistema. Nuovi studi dimostrano che l'apicoltura urbana non è sostenibile.
Arnie per l’apicoltura urbana
Esistono anche arnie per apicoltura urbana. Esse sono specificatamente pensate per chi pratica l’apicoltura nel tempo libero e per essere installate in contesti urbani. Molte si distinguono dalle arnie tradizionali per la forma o i materiali utilizzati e sono pensate per cercare di ridurre il possibile contatto tra le api e chi le cura. Un altro aspetto di grande interesse è quello di consentire a chiunque di produrre e consumare il proprio miele, senza dover ricorrere ai metodi tradizionali di smielatura. Per la ricercatezza estetica di molte di esse, si possono quasi qualificare come pezzi da arredamento, per abbellire balconi o giardini. In alcuni casi sono state progettate proprio per essere installate in casa, ricercando la massima vicinanza con il minimo contatto. Anche in questo caso chi si mette un arnia in città non sta affatto aiutando le api, ma sta danneggiando gli impollinatori della zona: Quello che si chiama competizione tra specie.
Arnie urbani: problemi?
L’
Conoscere i problemi e le malattie dell’alveare
A questo aspetto è strettamente legato un altro tipo di bagaglio culturale che deve essere necessariamente interiorizzato da chi si occupa di api. Per poter condurre nel migliore dei modi un alveare bisogna anche sapere quali sono i problemi che si possono verificare, conoscere i segnali di allarme e le procedure da seguire per limitare i danni. Sfortunatamente, patologie, avvelenamenti e situazioni di emergenza sono più comuni di quello che si potrebbe pensare. Se non riconosciute o sottovalutate, queste situazioni possono tradursi nel collasso della colonia. La corretta verifica dello stato di salute delle api è possibile solo da un esame dei favi, soprattutto per quanto riguarda le patologie legate alla covata. Anche la valutazione dello stato di infestazione da varroa è fondamentale, così come i vari tipi di trattamento da eseguire.
Competizione tra specie e biodiversità
L'aspetto più critico e importante è legata all’ubicazione dell’alveare. Oltre a esserci leggi specifiche che bisogna rispettare, che regolamentano la distanza da proprietà pubbliche private, ma anche da strade di pubblico transito, bisogna tenere a mente anche la vegetazione circostante. Sebbene in città le api possano avere diverse fonti di nutrimento, è comunque consigliabile scegliere un luogo dove la ricerca di cibo viene facilitata. Questo proprio per evitare che le nostre api rubino il cibo a chi ci abitava prima. Le api, infatti, si spingono fino a circa 3km dal proprio alveare per trovare il nutrimento necessario per la loro sopravvivenza. Il luogo ideale di posizionamento rimane un giardino. Inoltre le api sono pericolose! Pungono e in certi periodi dell'anno sono molto aggressive. Purtroppo le api non sono animali domestici, non possiamo mettercele in azienda come vogliano e dobbiamo verificare in modo preciso le fonti nettarifere.
Gli attrezzi del mestiere dell’apicoltore (anche hobbista)
Un altro aspetto da non dimenticare riguarda l’utilizzo di attrezzi specifici quali tute, leve, affumicatori… Prima o poi, per un motivo o per un altro, se decidi di tenere un alveare dovrai entrare in contatto con le tue api. Questo è il bello e il brutto di questa attività. Se ti aspetti che si sia sempre qualcuno che venga a curarle al posto tuo non stai curando le api, stai solo ospitando l’alveare di qualcun altro. Per aprire un alveare ed esaminare covata e scorte devi per forza di cose dotarti degli strumenti necessari per proteggerti dalle api. Se disturbate e maneggiate da mani inesperte possono diventare anche molto aggressive e il rischio di essere punti aumenta. L’utilizzo di tute, guanti e leve diventa quindi fondamentale. Le api spesso sciamano e quando sciamano sono 60 mila insetti che si annideranno sul balcone del vicino, sulla macchina di qualcuno e possono creare danni gravissimi per chi è allergico o ne ha anche solo paura.
Ispezionare è fondamentale
forza della famiglia? Ogni famiglia è a sé, può avere ritmi di crescita e livelli di importazioni completamente diversi rispetto a una posta anche solo a pochi metri di distanza. Nel caso di un maggio come quello appena passato, quando le api non hanno avuto modo di uscire a bottinare polline e nettare, come si da a capire se è il caso di nutrire o meno? Anche lasciando nel nido le scorte invernali, c’è da considerare che possono verificarsi situazioni di emergenza in cui l’intervento dell’apicoltore diventa necessario.
Serietà e preparazione in apicoltura urbana
L'apicoltura urbana non deve essere presa sotto gamba e non tutti dovrebbero praticarla. Deve essere fatta con criteri scientifici e biologici e non da apicoltori improvvisati. Se vuoi iniziare a gestire le api per te e per la tua azienda chiedi un consulto agronomico, un'analisi satellitare della biodiversità, un monitoraggio ambientale oculato. Senza questi passaggi rischi di commettere un danno ambientale importante. Gli ecosistemi non vanno presi sottogamba, affidati a chi per mestiere protegge la biodiversità.
Vuoi aiutare le api con la tua azienda?
Ma allora come fare per poter aiutare in modo concreto ed efficace le api senza il rischio di arrecare loro danni o di ritrovarsi in causa un’arnia che resti lì come semplice e inutile oggetto di arredamento? Evitando addirittura di causare più danni che benefici? La soluzione ideale è diventare partner del progetto Pollinate The Planet: A world with Bees. Potrai aiutare concretamente le api, monitorarle e avere certificazioni reali. 3Bee ha sviluppato un framework chiavi in mano per riqualificare la biodiverità, produrre il tuo miele e seguire corsi e progetti educativi a 360 gradi.