Il legame tra api e arte

    Impossibile non pensare, mentre si osserva un alveare composto dalle sue perfette celle esagonali, che sia una vera e propria opera d'arte. Ma nella storia dell’arte, quest’ultime sono mai state rappresentate dagli artisti? Scopri il legame tra api e arte!
    Il legame tra api e arte

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    Le api e l’arte antica

    Le api, con la loro lunghissima storia, hanno sempre attirato l’attenzione di studiosi e artisti. Le prime raffigurazioni risalgono addirittura alle pitture rupestri scoperte in Asia, in Africa e in Europa. La più antica è stata datata 2400. a.C! Si tratta non solo di disegni di api e alveari, ma di una vera e propria testimonianza dei primi apicoltori e delle loro pratiche, come ad esempio scacciare le api tramite del fumo per potersi avvicinare all’alveare e raccogliere il miele. Le testimonianze proseguono anche nell’arte egizia fino agli antichi greci. In Egitto l’immagine dell’ape era un segno dei geroglifici, mentre in Grecia le api erano particolarmente curate in quanto simbolo della Dea Artemide e per questo motivo molto spesso rappresentate, ad esempio, sulle monete della città di Èfeso o sugli scudi.

    Ape come allegoria del Medioevo

    È durante i “secoli bui” che le api in realtà vengono rappresentate sotto una nuova luce. La loro immagine infatti inizia a moltiplicarsi, sia come raffigurazione scientifica nei bestiari sia in chiave allegorica. L’ape diventa simbolo di operosità, di cui ne è chiaramente il massimo esponente: dorme al massimo 30 minuti al giorno e durante la sua vita svolge diversi lavori. Le api e gli apicoltori al lavoro in quel periodo venivano dipinti o disegnati sia in trattati scientifici, in particolare sui manuali in cui venivano raccolte le proprietà mediche dei cibi, che nei Exulteté. Questi ultimi erano delle pergamene con al loro interno un testo musicato di contenuto dottrinale.

    Le api conquistano Roma

    Focalizzandoci un attimo sull’Italia, è doveroso citare la presenza della api nell’arte anche grazie all’encomiabile scultore Gian Lorenzo Bernini, il quale ha realizzato diverse opere, tra cui i basamenti marmorei del baldacchino di San Pietro con lo stemma del Papa Urbano VIII, appartenente alla famiglia Barberini. Lo stemma era descritto con questa frase Arma: d’azzuro a 3 api montanti d’oro poste. Sempre a Roma bisogna fare molta attenzione anche quando si osservano le fontane! Ebbene sì, le api sono raffigurate anche sulla Fontana Barcaccia in Piazza di Spagna, sulla Fontana del Tritone in Piazza Barberini e ovviamente sulla Fontana delle Api in Via Vittorio Veneto. A livello internazionale invece possiamo ricordare il pittore fiammingo Albrecht Dürer con la sua opera “Cupido, ladro di miele”, un esempio di arte tedesca rinascimentale e una perfetta unione tra mitologia e apicoltura.

    L'ape come simbolo di Napoleone

    Durante il ‘600 e il ‘700 la rappresentazione delle nostre amate api diventa sempre più florida, soprattutto grazie all’arte barocca, molto ricca di decorazioni, e ai progressi negli studi naturalistici che richiedevano di conseguenza maggiori illustrazioni. L’utilizzo delle api in forma decorativa va a intensificarsi anche con lo stile Rococò, più raffinato rispetto al suo antecessore. Ciò che a questo punto forse non ci sorprende più di tanto è che persino un personaggio politico così importante come Napoleone fu un grande ammiratore delle api. Le utilizzò infatti molto spesso come simbolo araldico. Per Napoleone significavano immortalità e resurrezione. Durante il suo esilio all’Isola d’Elba decise di utilizzare un’ape come decorazione per la bandiera del suo nuovo piccolo possedimento territoriale.

    Lo sguardo del XX secolo

    Durante il 1900 possiamo ricostruire una vasta selezione di dipinti realistici con rappresentazioni di apiari, con tanto di apicoltori e le loro famiglie. Queste opere d’arte trasmettono l’idea sia del complesso mondo che è quello apistico, sia di quanto quest’ultima permetteva di vivere all’aperto. Tra i quadri più iconici si ricorda “l’Apiario” del pittore russo Isaac Levitan e “Sguardo nell’alveare” del surrealista Alfred Georges Regner. Da citare anche la serie di dipinti del pittore sloveno Maskin Gaspari dedicata all’apicoltura.

    L’alveare diventa protagonista

    Ai giorni d’oggi l’arte, come è naturale che sia, si è dovuta reinventare ancora una volta. Dagli affreschi rinchiusi nei palazzi gli artisti si sono spostati nelle strade realizzando murales con lo scopo di attirare l’attenzione sull’importanza delle api. Le api sono fondamentali per la nostra sopravvivenza. Dalla loro quotidiana attività di impollinazione dipende circa il 70% delle colture di interesse alimentare. Un esempio sono i Murales del progetto “Save the bees” di Louis Masai Michel. Tuttavia, una delle novità più fantasiose è il fatto che le api e gli alveari smettono di essere rappresentati attraverso dipinti o sculture diventando loro stessi la struttura dell’opera. La lista di artisti è numerosa. Molto interessante Ren Ri apicoltore-artista cinese, che utilizza gli alveari per far vivere visivamente l’esperienza del trovarsi in contatto con la natura, trasformando i favi fatti di cera in arte.

    Di Elena Fraccaro13 ottobre 2022
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